Cos’è la Farmacovigilanza?
La farmacovigilanza è un’attività multidisciplinare che si prefigge di valutare in modo continuativo le informazioni che derivano dall’utilizzo di farmaci, in termini di sicurezza per gli individui, favorendo così l’adozione di misure adeguate per assicurare che i farmaci in studio presentino, nelle condizioni di utilizzo autorizzate, un rapporto beneficio-rischio favorevole per i pazienti.
Le attività principali prevedono:
- la raccolta degli eventi avversi seri (SAE) e delle reazioni avverse serie (ADR);
- il monitoraggio degli eventi fino a completa risoluzione;
- la valutazione secondo noti criteri di causalità e prevedibilità;
- l’analisi dei segnali emergenti in modo da individuare interazioni, fattori di rischio e frequenze, per cui è necessaria la diffusione a pazienti e operatori sanitari con lo scopo di salvaguardare la sicurezza e la salute della collettività.
La farmacovigilanza si pone quindi come obbiettivo prioritario la salute e la sicurezza dei pazienti, valutando le segnalazioni che arrivano da tutti i centri che partecipano alla sperimentazione, sulla base di documenti, relativi al farmaco, che ne permettano un controllo puntuale.
Tra gli obiettivi vi sono anche:
- riconoscere ed identificare il più rapidamente possibile, nuove o già note reazioni avverse ai farmaci (ADR);
- individuare un eventuale aumento della frequenza delle reazioni avverse conosciute;
- individuare fattori di rischio, anche in particolari gruppi di popolazione, e i possibili meccanismi alla base delle reazioni avverse;
- migliorare la conoscenza sui farmaci in uso e diffondere eventuali informazioni rilevanti in termini di sicurezza e rischio/beneficio di ADR sospette o già note;
- valutare i vantaggi di un farmaco rispetto ad altri o altri tipi di terapia anche ai fini della sicurezza dei soggetti in studio;
- comunicare l’informazione in modo da migliorare la comune pratica terapeutica.
Nella realtà della Fondazione Italiana Linfomi la responsabilità per la sicurezza dei pazienti che partecipano ad uno studio clinico è prima di tutto in capo al promotore, ossia la FIL, in quanto proponente lo studio che, insieme ai singoli investigatori dei centri partecipanti (che conoscono i soggetti in studio e hanno piena consapevolezza della loro realtà) valutano la serietà, la prevedibilità e la causalità di ogni singolo evento o reazione per mantenere positivo il bilancio rischio/ beneficio.
Farmacovigilanza e Sperimentazioni Cliniche No Profit:
Le sperimentazioni cliniche, ivi comprese quelle no profit che vedono come promotori le istituzioni accademiche o altri enti di ricerca, sono disciplinate in Italia dal decreto legislativo del gennaio 2004 (D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 211). Gli obiettivi della ricerca scientifica accademica sono:
- integrare le conoscenze scientifiche sui nuovi farmaci;
- studiare popolazioni di pazienti trascurate dalla ricerca commerciale;
- confrontare le nuove terapie con le già efficaci strategie convenzionali;
- individuare sottogruppi di pazienti che trarrebbero il massimo beneficio terapeutico da un particolare trattamento
In tali sperimentazioni le responsabilità dei promotori, relativamente agli obblighi in materia di farmacovigilanza sono le stesse dei promotori industriali. La gestione dei SAE nell’ambito delle sperimentazioni cliniche è regolata dalle Good Clinica Practice (GCP) (ICH E6) e le successive revisioni/integrazioni, in cui si definisce evento avverso qualsiasi evento medico negativo occorso durante la sperimentazione che può avere o meno una relazione causale con il trattamento in atto. La reazione avversa da farmaco (adverse drug reaction, ADR) è invece un effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale che include i danni da farmaci derivanti da un uso non conforme alle indicazioni contenute nell’autorizzazione all’immissione in commercio, da errori terapeutici, incluso il sovradosaggio accidentale, uso improprio, abuso del farmaco e dall’associazione all’esposizione per motivi professionali.
La gestione dei SAE prevede per prima cosa la valutazione delle caratteristiche di severità (severity), serietà (seriousness), causalità (causality) e prevedibilità (expectedness). I termini “severo” e “serio” non sono sinonimi, infatti la valutazione della serietà avviene in base ai criteri definiti dalla linea guida ICH E2A mentre la severità (gravità), riferita all’intensità dell’evento, è valutata in termini di gradi di tossicità utilizzando il Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE) nella sua ultima versione disponibile.
La valutazione del nesso di causalità tra farmaco ed evento è una decisione medica, che stabilisce se l’evento avverso può essere correlato al farmaco sperimentale (Investigational Medicinal Product, IMP). Questa relazione viene stabilita dallo sperimentatore il quale fa riferimento alla storia clinica del paziente e della malattia ed è codificata e trasmessa alle autorità regolatorie dal promotore che, basandosi sulle informazioni messe a disposizione dallo sperimentatore e con il supporto dei documenti del farmaco, la Reference Safety Information (RSI) presente nell’Investigator Brochure (IB) per i prodotti non ancora immessi in commercio, oppure del Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RPC) per i prodotti già in commercio, effettua una valutazione e classificazione dei SAE definendone la prevedibilità, ovvero la probabilità che l’evento possa essere considerato atteso o meno.
In base a queste valutazioni, gli eventi, se classificati Suspected, Unexpected Serious Adverse Reaction, SUSAR (eventi avversi seri non attesi), saranno trasmessi a EMA tramite la banca dati Eudravigilance (EVWEB) entro 15 giorni dalla data di conoscenza oppure entro 7 giorni in caso di SUSAR fatali o che hanno messo in pericolo la vita del soggetto.
Infine, il promotore, per ogni studio che coordina, presenta alle autorità competenti e ai comitati etici interessati, una relazione sulla sicurezza con cadenza annuale. Tale relazione è racchiusa nel documento regolatorio definito Development Safety Update Report (DSUR), il cui formato e contenuto sono descritti nella linea guida ICH E2F “Note for guidance on development safety update reports”.
Farmacovigilanza FIL e safety database: Drugvigilance.
Nel 2012 la FIL ha avviato una collaborazione con il personale addetto alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione afferente alla Struttura Semplice Dipartimentale di Epidemiologia Clinica e Valutativa dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino per l’informatizzazione delle attività di farmacovigilanza. Questa collaborazione ha portato alla realizzazione di una applicazione web, chiamata Drugvigilance (https://drugvigilance.filinf.it/account/sign_in) che permette di concentrare in un unico strumento la segnalazione, la valutazione, il monitoraggio e le analisi di tutte le manifestazioni SAE/SUSAR per i pazienti arruolati negli studi clinici promossi e coordinati dalla FIL. L’obiettivo dell’iniziativa era facilitare tempestività, accuratezza, completezza e sicurezza della trasmissione dei dati, in accordo con i regolamenti e le norme europee vigenti.
Tutte le informazioni fornite nell’applicazione Drugvigilance sono monitorate e validate in tempo reale dall’ufficio di farmacovigilanza FIL.
Drugvigilance è programmato per consentire l’esportazione completa delle informazioni in formato compatibile con gli attuali sistemi di analisi ed in particolare consente l’estrazione di un file XML in formato compatibile con la piattaforma Eudravigilance secondo la linea guida ICH E2B R3. Inoltre Drugvigilance usufruisce di un meccanismo di sicurezza e di elaborazione dei messaggi completamente automatizzato e la possibilità di creare una banca dati di farmacovigilanza per gli studi FIL.
Per chiarimenti di dubbi è possibile contattare l’Area Drugvigilance: contattaci
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